Quando si tratta di stampare i negativi colore, lo standard moderno da seguire è uno solo ed è il RA4. Tetenal, Bellini, Adox e diverse altre aziende forniscono sia kit che chimiche separate che sono praticamente pronte all’uso e che sono abbastanza semplici da utilizzare, ma il problema principale è che durante lo sviluppo della carta, come nel c41, bisogna mantenere nel modo più preciso possibile tempu e temperature previste onde evitare dominanti, viraggi indesiderati ecc.
Per il processo di stampa colore le soluzioni sono 3:
- Stampa in bacinella: bastano due bacinelle (sviluppo e sbianca) entrambe termostatate e agitare in maniera continua. Sembra semplice ma considerate che il processo va fatto al buio, le chimiche puzzano e macchiano e l’agitazione deve essere giusta…insomma non proprio pratico. Inoltre non è nemmeno troppo economico dato che due buone resistenze con termostati precisi in grado di mantenere i 35 gradi costicchiano.
- Stampa a tamburo: con le varie JOBO e le tank giuste è possibile sviluppare le stampe ma ad ogni stampa bisogna lavare la tank e mettere fogli piccoli per i provini può non essere comodissimo. Comunque si trovano sul mercato dell’usato in buone condizioni e a buon prezzo, inoltre sono una soluzione all in one per sviluppare carta e pellicole (anche per il bn).
- Sviluppatrici a trascinamento: la soluzione migliore ma anche la più costosa. Queste sviluppatrici infatti non sono facilissime da trovare nel mercato dell’usato e quelle poche che vengono fuori vanno via in un attimo, quindi bisogna stare attenti. Che io sappia di brand c’è la Thermaphot produce ancora nuove queste sviluppatrici ma i prezzi, per un fotografo amatoriale possono essere proibitivi, quindi l’unica altra soluzione è trovare una durst RCP.

Queste sviluppatrici, prodotte indicativamente negli anni 70 sono state ingegnerizzate da thermaphot e poi prodotte da durst ma sono state concepite per il processo EP2 di cui non sono riuscito a trovare granché in rete. Si trovano di due tipi: Rcp20 e rcp40 in cui il numero indica la banda (lunghezza lato della carta) che può accettare. Poiché l’EP2 è uno standard abbastanza differente dal più recente RA4, ma la struttura delle rcp è assolutamente simile alle thermaphot, la domanda che uno si pone dunque è:
Posso comunque usare queste sviluppatrici per il processo RA4??
La risposta fortunatamente è SI!
Il problema delle RCP è che sono “lente”, cioè la carta che passa attraverso le vasche impiega circa il triplo del tempo necessario per lo sviluppo RA4 che è di 45 secondi a vasca. Allora quando l’ho presa ho provato a compensare con la temperatura (abbassandola) e devo dire che partendo da 27-28 gradi comunque si riesce a tirar fuori ottimi risultati. Il problema però è che si sta utilizzando della chimica, studiata per dare il massimo a certe temperature, a quasi 10 gradi in meno, che non sono pochi! Inoltre si rischia di avere carte dovrà sviluppate o addirittura velate. Cosi ho deciso di modificare la macchina per poter accelerare il trascinamento della carta nella vasca e ridurlo a 35 secondi.
Ci tengo a precisare che non mi sono inventato nulla, infatti tutto quanto è stato già descritto qui https://www.vogelstimmen-wehr.de/rcp20.htm ma devo dire che le indicazioni non sono proprio il massimo e che il loro inglese spesso lascia a desiderare. Così ho pensato: “e se facessi delle istruzioni più chiare, corredate anche di ulteriori foto?”.
Questo intervento, l’ho fatto sia sulla mia sviluppatrice che su quella del mio caro amico Vincenzo e devo dire che dopo le difficoltà incontrate durante la prima modifica, la seconda è stata fatta in una mezz’oretta abbondante. Vi anticipo che non è nulla di estremamente complesso e la modifica in se costa poco, ma ci vuole un minimo di attrezzatura e un pochino di capacità di smanettare.
Attrezzatura:
- Giravite piatto (per svitare la base)
- Puleggia per cinghia dentata Diametro 54 mm, foro 8 mm, 30 Denti
- Puleggia per cinghia dentata Diametro 24 mm, foro 6 mm, 10 Denti
- Chiave a tubo dritta da 8
- Pinze
- Cutter o Dremel
- Un pochino di WD40 per lubrificare
- Trapano
- Punta per ferro da 9 e punta da 10
Procedura:
- Rimuovere il coperchio e le vasche interne facendo attenzione a non perdere i fermi rossi degli ingranaggi e qualche puleggia. Poiché dovete mettere a testa in giù la sviluppatrice assicuratevi di aver svuotato per bene le vasche e che non ci siano residui di acqua o, peggio, di chimici nei tubi.
- Rimuovere la base sottostante svitando le viti che si trovano ai lati con un giravate piatto. Una volta rimosse fate attenzione al cavo della massa che è connesso alla base
- Come vedete la struttura interna non è complessa: è presente un motore che trasmette il moto, tramite una puleggia, ad un albero messo di lato che a sua volta trasmette il moto a 3 ruote dentate, che a loro volta fanno muovere tutti i rulli nelle vasche che avete rimosso prima…(che al mercato mio padre comprò 🤣). È presente un termostato con una sonda che finisce nella vasca di sviluppo e sono presenti due resistenze connesse all’alimentazione e al termostato. Si vedono i tubi di scarico e, nella vasca dello sviluppo, un tubo connesso ad un sistema di ricircolo del chimico (una semplice pompa tipo per acquari) per farlo smuovere e mantenere più uniforme la temperatura. No elettronica!
- A questo punto potete cominciare l’intervento. Vi consiglio, se i tubi risultano rovinati di sostituirli con tubi nuovi (come quelli per acquari) e di munirvi di fascette ferma tubi.
- La prima cosa da fare è rimuovere le due pulegge bianche e la cinghia. Non sono avvitate ma sono ben salde ai loro perni quindi fate leva con un un giravite o un coltellino. Metteteci forza ma non esagerate altrimenti rischiate di spaccare qualcosa. Se vedete che non escono a causa di sporcizia, procuratevi un Dremel e tagliatele facendo sempre molta attenzione a tubi e cavi.
- La puleggia connessa all’albero motore (almeno nel mio caso) è venuta via abbastanza agevolmente, l’altra un pochino meno poiché non ha un fulcro ben rigido per fare leva.
- Se doveste avere problemi con questa potete svitare la maschera in acciaio nella parte superiore della sviluppatrice e rimuovere i due fermi bianchi che tengono l’albero di trasmissione. A quel punto togliete l’albero e con l’aiuto di un martello e un morsetto togliete la puleggia piccola. Occhio sempre ai tubi e ai contatti delle resistenze!!!
- Il peggio è quasi passato poiché ora dovrete “solo” inserire le nuove pulegge. Il punto è che quelle che vendono su Conrad non hanno il diametro del foro giusto. Ho cercato online altrove ma non sono riuscito. Per fortuna sono in alluminio quindi ho risolto con trapano e punte in acciaio. Il foro della puleggia più piccola va allargato con una punta da 10 (o con una da 9 svasandola bene con il trapano), il foro della puleggia più grande va allargato con una punta da 9. La puleggia più piccola potrebbe andare lenta nell’albero in questo caso vi consiglio di mettere un po’ di silicone per fare spessore. Chiaramente se avete un trapano a colonna sarebbe il top, potete chiedere a qualsiasi fabbro nella vostra zona se vi fa questo servizio. Io ho fatto con il trapano e non ho avuto problemi. Attenzione alle brugolette che tengono ferme le pulegge sugli alberi. Toglietele. È chiaro che se conoscete qualche maker o qualcuno che disegna 3D potete farvi disegnare le ruote sfruttando i disegni e le misure su Conrad e farvele stampare 3D risparmiando un bel po’ di soldini.
- Il penultimo step prima di richiudere e testare tutto è di tagliare le alette della ventola dove si trova il motore. La puleggia più grande tocca e quindi vanno accorciate. Per farlo io ho usato un Dremel ma un cutter ben affilato vi permette di farlo senza problemi e di sporcare meno.
- A questo punto, usando una chiave tubolare da 8 dovete svitare il fermo che tiene il blocco motore ancorato al corpo della sviluppatrice e allontanarlo dall’albero di lato in modo da tener ben tirata la cinghia di trasmissione.
- Fatto questi passaggi assicuratevi di aver ricollegato tutto e che non vi avanzino pezzi in giro, lubrificate gli ingranaggi del motore e prima di riavvitare la base verificate, accendendo al volo la macchina se tutto gira regolarmente. Non tenetela accesa per più di pochi secondi poiché la resistenza, non immersa nel liquido, scalderebbe e rischiereste di bruciarla.
- La sviluppatrice del mio amico Vincenzo aveva un piccolo ulteriore problema (forse con gli anni hanno modificato un pochino la posizione del blocco motore) ma comunque è stato necessario tagliare una parte di lamiera del blocco motore per permettere alla puleggia grande di girare comodamente
Ecco un video della macchina dopo essere stata modificata