Quale fotocamera scelgo? Episodio 1: Il formato

Se state leggendo questo post evidentemente avete deciso di intraprendere la strada della fotografia tradizionale e infatti, insieme ad un buon manuale (argomento di cui abbiamo già parlato nel precedente post), la scelta della fotocamera è uno dei dilemmi esistenziali di chi si approccia per la prima volta a questo genere di fotografia.
Ho deciso di spezzare il post in più parti per non appesantirlo troppo. In questo primo episodio parlerò della fotocamera e delle classificazioni in base al formato.

La macchina fotografica: il formato del supporto fotosensibile
La prima variabile che deve condizionare la scelta dell’apparecchio fotografico (e gli obiettivi) è sicuramente legata al formato del supporto fotosensibile in grado di sfruttare e che inevitabilmente influenza il genere fotografico che si vuole approcciare; ad esempio un fotoreporter di guerra avrà esigenze differenti da un fotografo che si occupa di fotografie di interni per riviste e da uno che si occupa di fotografia paesaggistica per National Geographic.
La fotografia ha un bel po di anni alle spalle e nel tempo sono state prodotte talmente tante fotocamere e sarebbe impossibile trattarle tutte, mi limiterò quindi a considerare le classificazioni più significative.

La prima distinzione (e anche la più evidente) si fa a seconda del formato di pellicola e al formato del fotogramma che si ottiene:

  • Piccolo Formato: è il formato più “moderno” e nasce dall’esigenza di avere un dispositivo compatto e versatile che permette l’utilizzo anche a mano libera (si sa che la fotocamera migliore è quella che si ha sempre con se). 135 è il formato dei rullini che si utilizzano con questi apparecchi e nella maggior parte dei casi la dimensione del fotogramma che si ottiene è 24x36mm. Esistono fotocamere che permettono di avere fotogrammi con dimensioni particolari (Haselblad Xpan e Horizont che hanno un formato panoramico). Non sono necessariamente le fotocamere più economiche ma hanno il vantaggio di essere leggere versatili e rapide da utilizzare, sono quindi la prima scelta in viaggio, per reportage o comunque in circostanze dove peso e ingombro sono il primo fattore da tenere in considerazione. La mia prima fotocamera è quella che vedete nell’immagine qui sotto (Canon AE1) equipaggiata con un 50mm f/1.8. Fotocamere piccolo formato che per vari motivi hanno fatto la storia sono sicuramente le serie OM della Olympus, la serie FM della Nikon, le Pentax MX e K1000, le serie M della Leica, Yashica FX3 Super 2000 e tantissime altre. Come ho anticipato prima il loro prezzo varia a seconda di tanti aspetti ed è, a mio parere, l’unico fattore che potrebbe fare la differenza per un utente che sta iniziando.
  • Medio Formato: si possono considerare medio formato le fotocamere che producono un fotogramma più grande del 35mm ma inferiore delle lastre fotografiche. Si ottengono fotogrammi la cui altezza è fissa a 6cm e la larghezza ha dimensioni che vanno dai 4.5 cm ai 6,7 e 9 cm. Generalmente sono più ingombranti, ma hanno il vantaggio (non trascurabile) di avere un negativo più grande quindi qualità e risoluzioni maggiore. Nel campo della ritrattistica, foto da studio e nel campo delle fotografia di moda sono sicuramente la scelta più adeguata. Il formato più comune è il 6×6 e non mancano esempi fantastici di fotografia paesaggistica e street photography anche con questo formato quadrato. Il numero 120 è semplicemente un identificativo del tipo di rullo che si utilizza con queste fotocamere e il numero di fotogrammi che si ottiene dipende dal formato del fotogramma (6×4.5, 6×6, 6×7, 6×9, 6×17). Anche qui il range di prezzi varia a seconda del brand che scegliete, una Mamiya 645 ha prezzi sicuramente più bassi di una Hasselblad 500CM, o di una Rolleiflex ma generalmente (salvo offerte clamorose) bisogna considerare un budget di almeno 4-500 euro di base per una medio formato.
  • Grande Formato: dette anche a banco ottico, è il sistema fotografico più voluminoso in assoluto. Gli apparecchi a grande formato sono pesanti molto costosi e quasi sempre necessitano di un treppiedi, ma la qualità tecnica delle immagini è insuperabile. Si parla di fotografia riflessiva, e tutto si rallenta. Si catturano istanti infiniti e ovviamente scordatevi esposimetri integrati, e sistemi di autofocus. E’ possibile acquistare separatamente il corpo, l’obiettivo, l’otturatore e comunque è richiesto un equipaggiamento avanzato e costoso anche per lo sviluppo e la stampa. Personalmente non ho esperienza in merito, pertanto i miei post saranno dedicati al piccolo e medio formato.

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