Dal negativo alla stampa episodio 2: MARKET HALL ROTTERDAM

Rotterdam, Aprile 2016…ancora

Nel precedente post (Episodio 1 – Le case cubiche di Piet Blom) vi ho parlato del mio breve viaggio a Rotterdam e vi invito sia a guardarlo che a visitare questa bellissima città olandese, ricca di architettura e di spunti fotografici.

Un elemento architettonico che mi ha lasciato assolutamente a bocca aperta è il mercato coperto, una struttura affascinante fatta prevalentemente in vetro che si trova nella zona portuale non molto distante dalla stazione centrale. Se volete avere maggiori informazioni in merito vi rimando alla pagina wikipedia.

La struttura ha una vetrata enorme sul davanti che riflette i palazzi attorno e se vista da una certa angolazione riflette il cielo. Con la giusta luce e le giuste nuvole, il riflesso di queste crea un gioco a dir poco ipnotico.

La fotografia che vedrete è stata scattata con una Canon AE1 – sigma 28mm f/2.8, pellicola Ilford HP5 @400 sviluppata in Adox Rodinal/Adonal. Dato che è passato tanto tempo e dato che all’epoca non ero così “ligio” da appuntare i dati di scatto e sviluppo, non saprei riportarveli, ma per quanto riguarda i tempi di sviluppo sono più che sicuro di aver seguito le indicazioni fornite da Adox per la pellicola in questione.

Questo fotogramma mi piace diversi motivi ma d’altronde ogni scarrafone è bello a mamma sua: in primis i giochi di simmetrie e riflessioni, le curve dell’edificio in contrapposizione alle linee dritte delle finestre e delle mattonelle…beh a me fanno impazzire. Inoltre questa separazione vuole anche un pochino richiamare e far riflettere sulla differenza tra realtà (il cielo) e la sua rappresentazione (il cielo riflesso) e come queste due possano e debbano risultare differenti a seconda delle interpretazioni che se ne possano dare.

Come si nota dal negativo lo scatto risulta poco denso un po’ dappertutto, segno di una sottoesposizione in fase di scatto (sicuramente l’esposimetro è stato ingannato dalla elevata luce riflessa dalla vetrata e dal cielo e io non ho compensato). Per quanto riguarda il contrasto di questo specifico fotogramma devo dire che a prima vista mi sembrava abbastanza basso, segno che avrei dovuto scegliere un tempo di sviluppo maggiore. Queste considerazioni si trasferiscono sul provino a contatto che risulta scuro (anche se dalla foto questa cosa non risulta molto…ma dal vivo si, fidatevi 😅). Quindi da questa analisi preliminare mi aspetto che: 1) i tempi di esposizione possono essere più corti rispetto a quelli soliti 2) bisognerà aumentare il contrasto.

  • Poiché il negativo è sottoesposto (quindi globalmente meno denso) per avere dei tempi un pelo più lunghi ma comunque gestibili ho chiuso da subito il diaframma da f/8 a f/11 e ho provveduto a fare il provino scalare con gradini da 4 secondi. Avrei voluto già da subito aumentare il contrasto ma ho voluto vedere cosa venisse fuori su questa carta (Bergger Prestige RC) rispetto alla carta usata per il provino a contatto (Ilford MGIV RC)…uno spreco di tempo e carta? Assolutamente no…questo è il modo corretto per imparare a stampare.
  • I neri “giusti” si trovano tra 12 e 16 secondi ma i bianchi risultano troppo chiusi, quindi come previsto è necessario un contrasto più elevato.
Provino scalare iniziale. M0C0Y0 f11
  • Ho rifatto subito due provini aumentando la filtratura magenta a 30 e poi a 45.
  • Analizzando i provini precedenti ho ritenuto opportuno fare la stampa di lavoro con un tempo di 18 secondi e la filtratura magenta a 45.
Stampa di lavoro. t 18s M45 C0 Y0 f11
  • La stampa di lavoro è un pochino troppo “chiara”, con poco corpo, così decido di fare la stampa successiva aumentando il tempo a 20 secondi e fare una bruciatura del cielo a sinistra e della zona in alto a destra che risulta leggermente più chiara rispetto al resto. Vedendo i precedenti provini scalare decido di dare 4 secondi con gradiente al cielo a sinistra e 5 secondi nella zona in alto a destra.
Stampa Finale. t20s M45 C0 Y0 f11

Il negativo da cui sono partito era sottoesposto e la procedura che vi ho descritto (giocando con contrasto ed esposizione in stampa) mi ha permesso di recuperare abbastanza bene ovviamente scendendo a qualche compromesso. Questo è segno che se l’errore di esposizione o di sviluppo è contenuto la stampa si recupera con manovre più o meno scomode in CO, se l’errore però dovesse risultare troppo elevato…in quel caso bisogna accontentarsi di quello che si ha e ripensare la stampa, oppure se possibile rifare lo scatto. Il mio consiglio quindi è riflettere sempre a prescindere, poi se ritenete il soggetto particolarmente valido considerate la possibilità di fare più scatti e bracketing quando non siete sicuri dell’esposizione. Non vedetelo come uno spreco, bensì come un investimento; si dice che “sbagliando si impara, io dico che “sbagliando, studiando e capendo l’errore si impara il doppio”.

Vi allego anche qualche zoom visto dal lentino 8x sui dettagli e sulla grana prima di tirare le conclusioni finali.

Come si può notare il dettaglio è buono e la grana è netta ma non disturba affatto (Effetti del rodinal). Purtroppo la stampa è ricca di difetti (polveri e pelucchi) che si sono poggiati sull’emulsione durante l’asciugatura; in queste circostanze c’è ben poco da fare, munirsi di pennellino, pazienza e spuntinare. Quindi la mia raccomandazione è: occhio a far asciugare il negativo in un ambiente poco polveroso, un suggerimento è quello di metterlo ad asciugare in bagno ma prima aprite l’acqua calda della doccia per qualche minuto e fate fare un pochino di vapore in modo che possa portare giù le particelle di polveri più pesanti; questo dovrebbe minimizzare il problema pelucchi.

Vi rinnovo l’invito a seguirmi sui miei social Instagram @giandoman e @giandomanalog o su Facebook se preferite se volete contattarmi direttamente per ulteriori info. A presto!

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