Dal negativo alla stampa episodio 4: tre profili (parte 1)

Basta Rotterdam…cambiamo.

Proprio l’altro giorno stavo ridando una letta al capitolo 8 del libro “I segreti della street Photography”, in cui l’autore presenta una carrellata di immagini guidando il lettore nella lettura di ognuna di queste. Allora mi sono tornati in mente 3 miei scatti fatti in 3 momenti differenti, con 3 pellicole differenti, in 3 luoghi diversi che però avevano 3 aspetti molto importanti in comune:

  • Il fatto che i 3 soggetti fossero fotografati di profilo;
  • Il fatto che fossero 3 scene di street che immortalassero soggetti in movimento;
  • Il fatto che tutti 3 tre gli scatti sono stati preceduti da un flash nella mia mente di quella che sarebbe stata la foto finale, una visione che ho avuto analizzando la scena attorno a me e che ho concretizzato nell’arco di pochi secondi.

Le fotografie che vi presenterò non sono state concepite neanche lontanamente per far parte di un progetto unico, ma le caratteristiche di cui vi ho parlato mi hanno fatto pensare che tutto sommato possono star bene in un trittico che ho deciso di chiamare “Tre Profili”. Per evitare un articolo lunghissimo ho deciso di spezzare in due il post: in questa prima parte discuterò i provini a contatto i negativi e una stampa (la prima del trittico che vedete di seguito), nell’altro discuterò le due stampe rimanenti e tirerò fuori qualche considerazione finale.

Il trittico l’ho immaginato così: le due foto esterne a sinistra e a destra hanno due soggetti statici sull’esterno (una persona seduta, e un murales), e due soggetti vestiti di scuro intenti ad uscire dall’inquadratura. Al centro simmetrica una signora, sempre di profilo presa tra due porte/vetrine. Tutti e tre i soggetti si muovono mi danno l’idea quasi che ognuno voglia uscire dal proprio contesto ed entrare nella stampa accanto.

Di ogni rullo avevo già fatto a suo tempo il relativo provino a contatto ma ho deciso di rifarne uno apposito, solo per i tre fotogrammi in considerazione per avere un’idea preventiva di come quei negativi si fossero comportati sulla carta che avrei usato per le stampe (Bergger Prestige RC1).

Da una prima analisi dei negativi ho notato subito una sottoesposizione di tutti e tre gli scatti, e anche un leggero sottosviluppo in quanto tutte e tre le scene ricordo non erano caratterizzate da contrasti elevati, probabilmente un 20% in più non avrebbe fatto male (errori di gioventù). Vi rimando alle didascalie delle singole immagini per maggiori informazioni su pellicola e scena. Ho fatto due provini: il primo con filtratura azzerata (M=C=Y=0) e il secondo con filtratura magenta più elevata (M=40). Mi sono subito accorto che per poter stampare questi negativi era necessario un contrasto maggiore in fase di stampa sin da subito.

Ho realizzato dapprima la stampa della foto con la panchina a Bruxelles:

Descrizione dello scatto

Avevo al collo la mia fedele Canon AE1, con il 50mm f/1.8, ricordo che stavo camminando a ridosso della Grand Place a Bruxelles cercando situazioni particolari da fotografare e mi cade l’occhio sul signore seduto sulla panchina. Una scena che non aveva nulla di particolarmente interessante se non fosse che mi accorgo di un’altra persona con gli occhiali che stava camminando con passo celere e che sarebbe passato davanti la panchina da li a pochi secondi. Ho visto la foto nella mia testa: “Persona seduta ad un’estremità della panchina, un’altra in piedi dall’altro lato mentre cammina…se ho culo li becco”. Mi metto in posizione, prendo l’esposizione, e mentre mettevo a fuoco, attraverso il mirino, vedo l’uomo entrare nella scena…ci siamo…click. Quando ho sviluppato il rullino e ho visto il negativo sono rimasto a bocca aperta nel vedere che lo avevo beccato proprio mentre aveva tutti e due i piedi a terra ed esattamente nel punto che volevo.

Rispetto all’inquadratura originale, ho croppato un pochino tagliando il secchio dell’immondizia sulla sinistra e l’ho raddrizzata centrando la panchina. Ho fatto un provino scalare centrato sulla panchina con filtratura magenta 40 e ho visto che un tempo tra 18 e 20 secondi sarebbe potuto andar bene.

Ho fatto un ulteriore provino localizzato per capire quale tempo fosse più adatto ma avevo bisogno di vedere la stampa nella sua interezza per capire meglio quale fosse il tempo più giusto e come apparivano gli altri toni.

Stampa di lavoro

La stampa di lavoro, fatta a 18 secondi, vista dal vivo era un pochino troppo chiara, gli mancava corpo così ho deciso di fare la stampa finale a 20 secondi alzando la filtratura magenta a 45. Non ho fatto mascherature e bruciature particolari se non “rafforzare” i bordi e dare una leggera bruciatura all’ombra sotto la panchina. L’immagine successiva è la stampa finale.

Il negativo è stato sviluppato in Rodinal, la pellicola è una Delta 400 e nonostante l’ingrandimento 10x devo dire che la grana c’è, enfatizzata particolarmente anche dall’utilizzo di un contrasto medio-alto, ma confrontandola con quella dell’HP5 sviluppata sempre in rodinal forse preferisco quest’ultima. Vi rimando a questo articolo per un confronto. Di seguito, come al solito alcuni particolari della stampa visti attraverso il lentino 8x.

Non è stata una stampa complessa, nonostante il negativo non fosse perfetto è bastato regolare bene il contrasto e l’esposizione per avere una stampa soddisfacente. Seguirà a breve la seconda parte quindi rimanete sintonizzati.

Vi rinnovo l’invito a seguirmi sui miei social Instagram @giandoman @giandomanalog o su Facebook se preferite se volete contattarmi direttamente per ulteriori info. A presto!

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